“Unpleasant Doubt or RidiculousCertainty? There Is No Attributive Monopoly on Artworks”

Nell’esercizio della mia professione mi è capitato di assistere a scontri frontali non solo tra componenti di uno stesso Archivio, Comitato o Fondazione («enti certificatori», di varia origine e composizione, i cui «responsi» sono tendenzialmente ritenuti autorevoli), ma anche tra le opinioni espresse dall’ente certificatore e le conclusioni, spesso di matrice rigorosamente scientifica, raggiunte da studi di diagnostica applicata all’arte o da grafologi esperti. Né sono mancate battaglie interne, tra enti certificatori afferenti all’opera di uno stesso artista. Occorre fare ordine.La perizia d’arte è un’analisi dell’opera d’arte compiuta da un esperto, più o meno riconosciuto, al fine di pervenire, con il miglior grado di approssimazione possibile, alla designazione di epoca, paternità e valore venale.Si distingua poi tra autenticazione (espressione di un parere tecnico circa la paternità) e accreditamento (attestazione di un parere tecnico o di altre circostanze esterne che possono indurre ad una attribuzione di paternità). La perizia che contempli anche la stima di un bene può definirsi estimativa, a differenza della valutazione che mira a stabilire autenticità e paternità del dipinto, propriamente detta expertise. L’expertise, che non ammette per legge posizioni attributive monopolistiche, le quali purtroppo si sono invece imposte nella prassi in modo e in misura aberranti, è una libera manifestazione del pensiero (espressione di una opinione) costituzionalmente tutelata (art. 21 Cost.).Il «conoscitore», soprattutto nel caso dell’arte antica, si vale del proprio occhio per assegnare l’opera ad un determinato autore, ma si ritiene oggi altresì molto rilevante l’indagine scientifica, con perizia grafologica sulla firma e vari esami diagnostici, ad esempio sui supporti e sui pigmenti. Infine, assai utile può rivelarsi la ricerca d’archivio e l’indagine a ritroso sulla “storia esterna dell’opera”.Sono tutte procedure d’indagine necessarie tanto agli operatori di mercato, quanto ai collezionisti e ai musei. Passiamo ora all’art. 64 del Codice dei beni culturali (d. lgs. n. 42/2004), a norma del quale «chiunque esercita l’attività di vendita al pubblico, di esposizione a fini di commercio o di intermediazione finalizzata alla vendita di opere di pittura, di scultura, di grafica ovvero di oggetti di antichità, o di interesse storico od archeologico […] ha l’obbligo di consegnare all’acquirente la documentazione attestante la autenticità o, almeno, la probabile attribuzione e la provenienza delle opere medesime; ovvero, in mancanza, di rilasciare […] una dichiarazione recante tutte le informazioni disponibili sull’autenticità o la probabile attribuzione e la provenienza. Tale dichiarazione, ove possibile in relazione alla natura dell’opera e dell’oggetto, è apposta su copia fotografica degli stessi». LEGGI L’ARTICOLO COMPLETO In my professional practice, I have witnessed direct confrontations not only among members of the same Archive, Committee, or Foundation (“certifying bodies” of various origins and compositions, whose “responses” are generally considered authoritative) but also between the opinions expressed by the certifying body and the conclusions, often strictly scientific, reached by studies in art diagnostic techniques or expert graphologists. There have also been internal battles among certifying bodies dealing with the works of the same artist. It’s time to bring some clarity.An art appraisal is an analysis of an artwork conducted by an expert—recognized to varying degrees—in order to determine, with the best possible approximation, the period, authorship, and market value.One must distinguish between authentication (an expert’s technical opinion on authorship) and accreditation (certification of a technical opinion or other external circumstances that may suggest an attribution). Appraisals that also include an estimation of the object’s value can be called estimative, in contrast to evaluations aimed at determining authenticity and authorship, properly referred to as expertise. Expertise, which by law does not allow monopolistic attributional positions—though such practices have unfortunately taken root in an aberrant way—is a constitutionally protected free expression of thought (Article 21 of the Italian Constitution).The “connoisseur,” especially in the case of ancient art, uses their trained eye to attribute the work to a specific artist. However, scientific investigation is now considered equally significant, including graphological analysis of signatures and various diagnostic tests, such as those on supports and pigments. Additionally, archival research and backtracking the “external history of the artwork” can prove extremely valuable.These investigative procedures are essential for market operators, collectors, and museums alike.Let us now examine Article 64 of the Code of Cultural Heritage (Legislative Decree No. 42/2004), which states that “anyone engaging in public sales, exhibitions for commercial purposes, or intermediation aimed at selling paintings, sculptures, graphic works, or objects of antiquity or of historical or archaeological interest […] is required to provide the buyer with documentation certifying the authenticity or, at least, the probable attribution and provenance of the items; or, if unavailable, to issue […] a declaration containing all available information regarding authenticity, probable attribution, and provenance. Where possible, in relation to the nature of the artwork or object, this declaration must be affixed to a photographic copy of the items.” TO READ THE COMPLETE ARTICLE CLICK HERE

MAB – Bilotti Open-Air Museum (MAB) : Roberto Bilotti Ruggi D’Aragona’s Commitment to preserving Carlo Bilotti’s Legacy

A Cosenza il Museo all’Aperto Bilotti (MAB) è un gioiello d’arte contemporanea a cielo aperto, rappresenta uno dei più prestigiosi percorsi artistici italiani, un tesoro d’arte contemporanea unico nel suo genere. Nato dalla visione e dalla generosità di Carlo Bilotti, celebre collezionista e mecenate di origini calabresi che ha vissuto a New York da Presidente Pierre Cardin e a Parigi da Presidente Nina Ricci. Il MAB è un regalo straordinario alla città di Cosenza e al suo territorio. Ricordo il giorno della sua inaugurazione. Un evento speciale per tutta la Calabria e per chi ama la cultura, ho pensato ai giovani alla possibilità di studiare le opere da vicino, che meraviglia!! Un pò di Storiaa cura di Roberto Bilotti Ruggi D’AragonaInaugurato il 1° settembre 2004 con un protocollo d’intesa tra il Comune e Carlo Bilotti, questo museo senza pareti trasforma il centro urbano di Cosenza in una galleria d’arte permanente lungo Corso Mazzini, oggi completamente pedonalizzato. Il percorso ospita circa 40 sculture di alcuni tra i più grandi artisti del XX secolo, creando un suggestivo dialogo tra arte, architettura e la vita quotidiana. Un’esperienza artistica – storica esclusivaIl MAB si distingue per il valore delle sculture contemporanee come il terzo museo italiano godibile all’aperto, dopo il Museo del Palazzo Reale di Milano e il Museo di Firenze. Passeggiare tra queste opere scultoree, immerse nella vita cittadina, è un privilegio raro che trasforma ogni visita in un viaggio nella bellezza e nella creatività. È un luogo dove l’arte respira insieme al territorio, rendendo l’esperienza dei visitatori non solo estetica, ma anche profondamente emozionale. Come ogni anno per i giorni della MEMORIA, in Italia si ricorda il 27 gennaio, desideriamo far onoscere al pubblico di tutto il mondo la testimonianza di Giulia Mafai nota costumista e scenografa italiana scomparsa nel 2021, figlia di due grandi artisti Mario Mafai e Antonietta Raphel, per conoscere e apprezzare l’opera “Le tre sorelle” esposta alla Biennale di Venezia 1948, quest’opera raffigura le figlie di Mafai inclusa Giulia che parla in un campo di concentramento, questa opera l’abbiamo donata a Cosenza sia per il campo di Ferramonti che per il Cafarone, ghetto di Cosenza; da questa scultura affermava Giulia Mafai è stato tratto un bronzo che abbiamo dato al museo ebraico di Roma. Altra opera straordinaria per bellezza e significato è la “Maternità”, la madre protegge la figlia come se volesse rimetterla nel grembo materno per farle da scudo con il proprio corpo, invece l’opera “Toro Morente” interpreta gli ebrei uccisi in campo di concentramento. Inseriamo in questa pubblicazione la testimonianza di Giulia Mafai, una delle tre sorelle scampate al campo di concentramento. Un progetto di coesione sociale e innovazione culturaleIl MAB è stato definito dal Presidente Unesco Gianni Puglisi come “un patrimonio culturale d’interesse pubblico avente valore di civiltà”, e nel 2019, con Decreto del Ministero per i Beni Culturali, è stato riconosciuto di interesse particolarmente importante, per il suo carattere artistico e il valore identitario che esprime.Le sculture esposte raccontano la straordinaria vitalità artistica del Novecento: dai futurismi di Giacomo Balla, ai richiami classici di Giorgio de Chirico, dal surrealismo di Salvador Dalì al rigore astratto di Pietro Consagra. Ogni opera testimonia la creatività, le tensioni e i sogni del “secolo breve”, un periodo che ha visto drammi profondi e altrettanti slanci di rinascita. LEGGI L’ARTICOLO COMPLETO In Cosenza, the Bilotti Open-Air Museum (MAB) is an open-air contemporary art jewel, representing one of the most prestigious Italian artistic paths, a unique contemporary art treasure. Born from the vision and generosity of Carlo Bilotti, a famous collector and patron of Calabrian origins who lived in New York as President Pierre Cardin and in Paris as President Nina Ricci. The MAB is an extraordinary gift to the city of Cosenza and its territory. I remember the day of its inauguration. A special event for all of Calabria and for those who love culture, I thought of the young people at the possibility of studying the works up close, how wonderful!! A bit of Historyby Roberto Bilotti Ruggi D’AragonaInaugurated on September 1, 2004 with a memorandum of understanding between the Municipality and Carlo Bilotti, this museum without walls transforms the urban center of Cosenza into a permanent art gallery along Corso Mazzini, today completely pedestrianized. The route hosts about 40 sculptures by some of the greatest artists of the 20th century, creating a suggestive dialogue between art, architecture and everyday life. An exclusive artistic – historical experienceThe MAB stands out for the value of contemporary sculptures as the third Italian museum that can be enjoyed outdoors, after the Museum of the Royal Palace in Milan and the Museum of Florence. Walking among these sculptural works, immersed in city life, is a rare privilege that transforms every visit into a journey into beauty and creativity. It is a place where art breathes together with the territory, making the visitor experience not only aesthetic, but also deeply emotional. As every year for the days of REMEMBRANCE, in Italy we remember January 27, we want to make known to the public around the world the testimony of Giulia Mafai, a well-known Italian costume designer and set designer who passed away in 2021, daughter of two great artists Mario Mafai and Antonietta Raphel, to know and appreciate the work “The three sisters” exhibited at the Venice Biennale 1948, this work depicts Mafai’s daughters including Giulia who speaks in the concentration camp, we donated this work to Cosenza both for the Ferramonti camp and for the Cafarone, ghetto of Cosenza; from this sculpture Giulia Mafai stated a bronze was made that we gave to the Jewish museum in Rome. Another extraordinary work for beauty and meaning is “Maternity”, the mother protects her daughter as if she wanted to put her back in the mother’s womb to shield her with her own body, instead the work “Dying Bull” interprets the Jews killed in the concentration camp. We include in this publication the testimony of Giulia Mafai, one of the three sisters who escaped

Consuelo Kanaga: Catch the Spirit

Consuelo Kanaga: “Catch the Spirit” presenta la prima retrospettiva sulla West Coast dedicata a questa figura centrale ma spesso trascurata nella storia della fotografia moderna. Artista attiva tra San Francisco e New York, Consuelo Kanaga è stata una delle prime donne a lavorare come fotoreporter per un importante quotidiano, il San Francisco Chronicle, negli anni ’10. Negli anni ’30, si è associata a collettivi fotografici influenti, tra cui il Group f.64 nella Bay Area e la Photo League a New York. Nel corso di sei decenni, Kanaga ha promosso il valore artistico della fotografia e documentato temi sociali urgenti, dalla povertà urbana ai diritti dei lavoratori, dal terrore razziale all’ingiustizia sociale. Il suo lavoro resta potente e attuale ancora oggi. LEGGI L’ARTICOLO COMPLETO Consuelo Kanaga: Catch the Spirit marks the first West Coast retrospective of this pivotal yet often overlooked figure in the history of modern photography. A bi-coastal artist based in both San Francisco and New York, Consuelo Kanaga was one of the first women to work as a photojournalist for a major daily newspaper, the San Francisco Chronicle, in the 1910s. In the 1930s, she became involved with several influential photographer collectives, including Group f.64 in the Bay Area and the Photo League in New York. Over six decades, Kanaga championed the artistic value of photography while documenting critical social issues, including urban poverty, workers’ rights, racial terror, and inequality. Her work remains as powerful and relevant today as it was during her lifetime. TO READ THE COMPLETE ARTICLE CLICK HERE

Interview with Guillaume Piens, Director of Art Paris

“Immortal: A Focus on Figurative Painting in France” esplorerà il contesto storico e le influenze degli artisti figurativi francesi. Quali artisti o opere ritieni incarnino meglio il legame tra la pittura figurativa contemporanea e i maestri del passato?L’idea con i curatori ospiti Amélie Adamo e Numa Hambursin era di mostrare come la pittura figurativa sia stata in effetti un elemento permanente in Francia sin dal dopoguerra. La selezione di 30 artisti scelti a questo scopo va da artisti pionieristici come Jean Hélion alla nuova figurazione degli anni ’60 e ’70, in particolare il movimento della figurazione narrativa con artisti come Dado, Gérard Schlosser, Sabine Monirys. Continua fino agli anni ’80 e alla figurazione libre, rappresentata da Robert Combas, prima di presentare la nuova generazione con Dhewadi Hadjab, Laurent Proux e Barbara Navi tra gli altri.In che modo le differenze generazionali tra gli artisti selezionati per “Immortal” influenzeranno la visione curatoriale complessiva, considerando che alcuni provengono da contesti molto diversi in termini di stile e tecnica?Questo focus evidenzia una resistenza all’idea che “la pittura sia morta”, una convinzione che attraversa le generazioni dimostrando che questo dialogo intergenerazionale non è mai cessato. Mette anche in mostra la diversità delle pratiche attuali. Dopo essere stata lasciata fuori al freddo per molti anni sia dai critici che dalle istituzioni, la pittura figurativa ha visto una rinascita di interesse in Francia dal 2020 e una nuova generazione di artisti si è fatta un nome con successo. Secondo Amélie Adamo, questi artisti “situano la loro pratica in relazione alla lunga storia dell’arte, pur assumendo la natura paradossale della loro posizione: non sono solo gli eredi di una tradizione secolare tramandata dai grandi maestri, ma possono anche riflettere sulle trasformazioni rivoluzionarie che l’immagine ha subito. Possono attingere alla tradizione, mentre confondono i confini della discendenza guardando alla cultura popolare e alle nuove scuole di pensiero per trarre ispirazione. E infine, possono immergersi nel fascino dell’arte contemporanea per l’ibridazione, pur insistendo sulla necessità del rigore formale.Il settore “Promises” ha visto una partecipazione crescente di gallerie giovani e internazionali. Come vede l’evoluzione di questo spazio dedicato alle gallerie emergenti rispetto alle edizioni precedenti? Quali tendenze stanno emergendo da questi nuovi attori?Il settore Promises per le gallerie giovani e gli artisti emergenti sta effettivamente crescendo in termini di dimensioni con 25 gallerie invece di 9 e una nuova sede sui balconi che si affacciano sulla navata centrale del Grand Palais. La selezione è stata affidata alle abili mani del curatore della mostra Marc Donnadieu, che è anche membro del comitato di selezione di Art Paris. Siamo lieti dell’ampia gamma di paesi rappresentati. Il 59% delle gallerie espositrici proviene da fuori dalla Francia: Sudafrica, Belgio, Canada, Kuwait, Italia, Giappone, Hong Kong, Guatemala, Regno Unito, Singapore e Slovacchia. Tra le tendenze degne di nota c’è la pittura figurativa con artisti come Killion Huang (Edji Gallery), Israfil Ridhwan (Cuturi) e Nour Elbasuni (Hunna Art), che affrontano questioni di identità e genere. Anche la natura è un argomento di interesse, come si vede nel lavoro di Marco Emmanuele (22,48 m2) e Ilanit Illouz (Galerie Anne-Laure Buffard), così come l’artigianato esemplificato dall’uso del tessuto da parte dell’artista sudafricano Bulumko Mbete (The Bridge Gallery) e della ceramica di Yoann Estevenin (La peau de l’ours). LEGGI L’INTERVISTA COMPLETA “Immortal: A Focus on Figurative Painting in France” will explore the historical context and influences of French figurative artists. Which artists or works do you believe best embody the connection between contemporary figurative painting and the masters of the past?The idea with guest curators Amélie Adamo and Numa Hambursin was to show how figurative painting has in fact been a permanent fixture in France ever since the postwar period. The selection of 30 artists chosen to this end goes from pioneering artists like Jean Hélion to new figuration in the 60s and 70s, notably the figuration narrative movement with artists, such as Dado, Gérard Schlosser, Sabine Monirys. It continues through to the 1980s and figuration libre – represented by Robert Combas – before showcasing the new generation with Dhewadi Hadjab, Laurent Proux and Barbara Navi amongst others.How will the generational differences among the artists selected for “Immortal” influence the overall curatorial vision, considering that some come from very different contexts in terms of style and technique?This focus highlights a resistance to the notion that ‘painting is dead’, a belief that crosses generations proving that this intergenerational dialogue has never ceased. It also showcases the diversity of current practices. Having been left out in the cold for many years by both critics and institutions, figurative painting has seen a resurgence of interest in France since 2020 and a new generation of artists have successfully made a name for themselves. According to Amélie Adamo, these artists “situate their practice in relation to the long history of art, while taking onboard the paradoxical nature of their position: they are not only the heirs to an age-old tradition handed down from the grand masters, but they can also reflect upon the revolutionary transformations the image has undergone. They can draw on tradition, while blurring the lines of descent by looking to popular culture and new schools of thought for inspiration. And finally, they can immerse themselves in contemporary art’s fascination with hybridity, while insisting on the necessity for formal rigour.The ‘Promises’ sector has seen increasing participation from young and international galleries. How do you see the evolution of this space dedicated to emerging galleries compared to previous editions? What trends are emerging from these new players?The Promises sector for young galleries and emerging artists is indeed growing in scale with 25 galleries instead of 9 and a new location on the balconies overlooking the central nave at the Grand Palais. The selection was placed in the capable hands of exhibition curator Marc Donnadieu, who is also a member of the Art Paris selection committee. We are delighted with the wide range of countries represented. 59% of the exhibiting galleries are from outside France: South Africa, Belgium, Canada, Kuwait, Italy, Japan, Hong Kong,

Conversazione con Roberto Bilotti sul legame tra Andy Warhol e uno dei suoi più importanti collezionisti e committente Carlo Bilotti in occasione della mostra “Andy Warhol-Pop Art Revolution” presso il Museo del Presente di Rende

Ecco delle domande rivolte a Roberto Bilotti nipote di Carlo Bilotti e continuatore della sua missione mecenatistica e museale. Andy Warhol e Carlo Bilotti nello studio 1982 con la serie famosa Warhol verso De Chirico, commissionata da Bilotti Quali i motivi della mancata inclusione dell’opera di Warhol ritratto delle due cosentine, Lisa e Tina Bilotti e di altre opere significative di Warhol notoriamente nella vostra collezione che ha la sua matrice culturale e collezionistica proprio qui, sul nostro territorio? Nel contesto della mostra patrocinata dal Comune di Rende e finanziata con risorse PAC 2014/ 2020- Az. quali sono stati i criteri utilizzati per selezionare le opere esposte? Come mai non è stato preso in considerazione il prestito del doppio ritratto che testimonia una relazione così significativa tra Warhol e la nostra Terra? Il loro inserimento avrebbe consentito di conoscere il collezionismo locale, raro a livelli internazionali, un percorso che qui ha avuto il suo esordio e si è sviluppato con significative committenze allo stesso Warhol e che avrebbe comportato non solo valenza scientifica ma anche un risparmio di denaro pubblico. La collezione Bilotti ha le sue radici culturali a Cosenza, qui è maturata e poi all’estero si è ampliata interagendo con artisti internazionali. E’ noto che la raccolta include molte opere storiche di Warhol, intere serie commissionate direttamente tra le quali: Elvis I 1962; Elvis 2 times 1963; Red and yellow Orchid 1979; Shoes I e II 1980; Gun 1981; Dollar Sign I e II 2 times 1982; la serie Myths; Camouflage lunghi 10 metri e 16 x 203 ciascuno le sue più grandi opere; Lobster 2 times 1982; Champagne glasses 1982; La grande passion with flowers 1984; Rorschach 4 times 1984; Repent and sin No more I and II 1985 e 1986; Jeans label I and II 1986; self portrait 1986; Mao; Liz Taylor; Campbells; “Warhol verso de Chirico” 1982 e “Mimosa e Ylang Ylang” commissionata da Carlo Bilotti da presidente della Pierre Cardin, dalle essenze di questi fiori si ricavano i profumi femminili Pierre Cardin e con le opere veniva data forma alle essenze. Anche se questa mostra è stata confezionata fuori e qui importata credo andrebbe comunque rimodulata al luogo di accoglienza individuando le connessioni. Saranno esposti i ritratti di Marilyn, Elvis, Liz Taylor, Liza Minnelli e Regina Schrecker, ma Warhol nel 1981 aveva ritratto anche due cosentine, che qui hanno vissuto, dove avevano amici con i quali interagivano e, magari visitatori attraverso questi ritratti potrebbero sentire l’artista più familiare non solo legato ai grandi miti americani che comunque sono anche presenti in collezione Bilotti. Avremmo prestato volentieri le opere per la mostra nella nostra terra come abbiamo già fatto nel 2005. A parte il significato specifico per il territorio, il ritratto di Lisa e Tina Bilotti è considerato dalla critica un capolavoro, ricorrentemente icona dei musei capitolini al quale affidare la pubblicità del polo museale. Un raro doppio ritratto, l’unico di una madre con la figlia. Lisa amava moltissimo Cosenza, e trascorreva tutte le vacanze a Sangineto dove era ospite fisso Mimmo Rotella e altri artisti. E’ morta a 20 anni di leucemia a New York nel dipartimento di trapianto di midollo osseo che oggi porta il suo nome, ha chiesto di tornare a Cosenza dove è sepolta continuando a vivere nel suo operato umanitario, nelle fondazioni da lei istituite e nel ritratto di Warhol. “La testimonianza di Roberto Bilotti, componente del Comitato scientifico della Soprintendenza capitolina e mecenate, racconta la relazione personale tra suo zio Carlo Bilotti e Andy Warhol, evidenziando il legame unico con l’artista. Non ritiene che includere il ritratto di Lisa e della figlia Bilotti avrebbe arricchito la mostra, dando una prospettiva più intima e personale della figura di Warhol e del rapporto con il territorio? E’ lo stesso Andy Warhol in una intervista rilasciata alla rivista “Oggi” nel 1988 che definisce “un amico intimo è l’industriale di cosmetici e profumi Carlo Bilotti” , l’articolo continua “pochi possono dire di aver conosciuto Andy Warhol, una “sfinge” anche per i suoi più stretti collaboratori”. Chi ha visitato il museo nel Castello di Rende non può non conoscere queste vicende culturali, infatti vi è una sezione dedicata a Andy Warhol, ai suoi progetti sviluppati in stretta interazione con Carlo Bilotti, all’ampia visione dell’arte come veicolo di comunicazione e interpretazione dei comparti produttivi. Carlo Bilotti nato a Cosenza nel 1934 lavorava nelle industrie di famiglia coinvolgendo da subito artisti anche locali fondendo processi artistici, economici e sociali. Aveva capacità, riconosciuta dalla critica, di coniugare espressioni dai diversi mondi di appartenenza sviluppando un inedito linguaggio comunicazionale. Così i prodotti venivano comunicati attraverso il linguaggio artistico i prodotti dalle cartiere a Cosenza e Monfgrassano, segherie dei legnami nelle proprietà silane di Caprara, Fago del Soldato, La Poverella, Gisbarro, Caporose, Serra Candele, Camporotondo, Verberano e Villa Bilotta, feltrifici, liquerizia, pomodori in scatola, laterizi nei pressi del castello di Serragiumenta. Alle industrie del padre Mario si aggiungeva quelli della madre Edvige Miceli dei baroni di Serradileo con la produzione serica (Industria cosentina in piazza Riforma) e saponifici (Cardamone tra via Popilia e Via Bari) una peculiarità che ha dato impronta innovativa culturale artistica industriale alla civiltà cittadina. Su questa scia e dal connubio Bilotti-Warhol nasceranno una serie di celebri serie che hanno radici sul nostro territorio, un linguaggio comune nella celebre serie Mimosa e Ylang Ylang fiori dalle cui essenze si ricavano i profumi femminili Pierre Cardin di cui Bilotti era presidente. Da presidente di Nina Ricci a Parigi commissionerà a Niki de Saint Phalle bottiglie antropomorfe per profumi. Andy Warhol e la serie famosa Warhol verso De Chirico Warhol ha sempre sottolineato l’importanza dei suoi legami con le persone, come dimostrato dai ritratti che ha realizzato. Come mai, in una mostra che si propone di esplorare l’artista, non si è cercato di includere un’opera che rappresenta una testimonianza diretta di una delle sue relazioni più importanti con la famiglia calabrese Bilotti? Il doppio ritratto è stato esposto nel 2005 a Cosenza nell’ambito della mostra “da Picasso a Warhol”, nel Complesso Monumentale

MANU IL GATTO PALLAS – MANU PALLAS’S CAT

La Prevenzione – The PredictionCOMUNICATO STAMPA Un’avventura visiva tra natura, arte e sostenibilità per sensibilizzare sulla salvaguardia di una specie a rischio di estinzione Presentazione ufficiale10 gennaio 2025, ore 16.00 – 19.00Palazzo Merulana – Quarto PianoVia Merulana 121, Roma Palazzo Merulana ospiterà la presentazione del volume Manu il Gatto Pallas – Manu Pallas’s Cat. La Prevenzione – The Prediction, scritto da Alessandro Vanzo e pubblicato da ArtonWorld Edizioni – Green Luxury Editioni. L’evento sarà condotto da Carmela Brunetti, Editrice e Direttrice Responsabile di ArtonWorld, e da Alessandro Conte, Direttore Responsabile di Bookreporter. Durante la presentazione, alcune pagine del volume saranno proiettate su grande schermo, offrendo al pubblico un’anteprima della versione multimediale. L’autore Alessandro Vanzo commenta: “L’arte, nelle sue molteplici forme, rappresenta la forza che tutto connette, riflettendo la magia di un gioco di specchi. Manu, ambasciatore della biodiversità, racconta l’armonica unione delle forme di vita attraverso immagini infinite. Ho voluto dare valore al nostro incontro tra arte e narrativa, diffondendo conoscenza attraverso un’esperienza di creatività multimediale e un’edizione elegante come la Green Luxury, disponibile per l’acquisto nell’area bookshop.” Un’opera che coniuga arte, narrazione e impegno ambientaleAlessandro Vanzo ha scelto Roma per il debutto della versione Luxury con l’intento di creare una rete di appassionati della natura e della tutela delle specie a rischio. Manu il Gatto Pallas non è solo un libro, ma un’esperienza che intreccia arte e sostenibilità, ponendo al centro la salvaguardia del gatto di Pallas (*Otocolobus manul*), uno dei felini selvatici più antichi e oggi in pericolo di estinzione. Una storia per tutte le generazioniL’opera si rivolge a un pubblico ampio, dai bambini agli adulti, e si distingue per il suo innovativo formato Upside Down – Sottosopra, che offre due narrazioni complementari: – Da un lato, la storia di Manu, il Gatto di Pallas, che conduce il lettore in un viaggio simbolico attraverso l’evoluzione della specie e le sfide della natura.– Dall’altro, una riflessione sulla biodiversità e sull’importanza di proteggere le specie animali minacciate. Manu diventa così non solo il protagonista di una storia affascinante, ma anche una metafora di resilienza e della necessità di preservare la biodiversità. Un evento aperto al pubblicoUn’occasione unica per scoprire un’opera che ispira alla protezione del nostro pianeta attraverso la bellezza dell’arte e della narrazione. Per maggiori informazioni: Palazzo Merulana | Via Merulana 121, Romasito web, https://www.palazzomerulana.it/ArtonWorld Edizioni – Green Luxury EditionEmail: info@artonworldSito web: https://www.ArtonWorld.com/ Vi aspettiamo per un’esperienza unica tra arte, natura e sostenibilità. PRESS RELEASE (English version) A visual journey through nature, art, and sustainability to raise awareness about the protection of an endangered species Official PresentationJanuary 10, 2025, 4:00 PM – 7:00 PMPalazzo Merulana – Fourth FloorVia Merulana 121, Rome Palazzo Merulana will host the presentation of the book Manu il Gatto Pallas – Manu Pallas’s Cat. La Prevenzione – The Prediction, written by Alessandro Vanzo and published by ArtonWorld Edizioni – Green Luxury Edition. The event will be conducted by Carmela Brunetti, Publisher and Editor-in-Chief of ArtonWorld, and Alessandro Conte, Editor-in-Chief of Bookreporter. During the presentation, selected pages from the book will be projected on a large screen, offering the audience a preview of the multimedia edition. Author Alessandro Vanzo comments:“Art, in its many forms, represents the force that connects everything, reflecting the magic of a play of mirrors. Manu, ambassador of biodiversity, narrates the harmonious union of life forms through endless images. I wanted to highlight the value of our encounter between art and storytelling, spreading knowledge through a multimedia creative experience and an elegant edition like the Green Luxury, available for purchase in the bookshop area.” A work that combines art, storytelling, and environmental commitmentAlessandro Vanzo has chosen Rome for the debut of the Luxury Edition, aiming to create a network of nature enthusiasts and advocates for the protection of endangered species. Manu Pallas’s Cat is not just a book but an experience intertwining art and sustainability, focusing on the protection of the Pallas’s cat (Otocolobus manul), one of the oldest wild felines, now at risk of extinction. A story for all generationsThe book addresses a broad audience, from children to adults, and stands out for its innovative Upside Down format, offering two complementary narratives: Manu becomes not only the protagonist of a fascinating story but also a metaphor for resilience and the urgent need to preserve biodiversity. An event open to the publicA unique opportunity to discover a work that inspires the protection of our planet through the beauty of art and storytelling. For more information:Palazzo Merulana | Via Merulana 121, RomeWebsite: https://www.palazzomerulana.it/ArtonWorld Edizioni – Green Luxury EditionEmail: info@artonworld.comWebsite: https://www.ArtonWorld.com/ Join us for a unique experience blending art, nature, and sustainability.

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